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Partecipare a un bando: le 5 domande da farti prima della candidatura

Decidere di partecipare a un bando senza una verifica preliminare è il modo più rapido per sprecare tempo. La qualità della candidatura nasce molto prima dell’invio: serve capire se il progetto è davvero pronto, se l’ente finanziatore troverà coerenza tra obiettivi, attività e impatti, e se i requisiti formali sono rispettati. Una base chiara riduce il rischio di esclusione e migliora la valutazione.


Se non l’hai ancora fatto, dai un’occhiata al perché la finanza agevolata in Italia è strategica per startup e PMI: ti aiuta a inquadrare la logica con cui gli strumenti agevolativi sostengono crescita e investimenti (approfondimento).


Obiettivi e coerenza: cosa vuoi ottenere davvero?


La prima domanda è semplice solo in apparenza: qual è il risultato misurabile che vuoi raggiungere e perché il bando è lo strumento adatto? Senza un obiettivo chiaro, la candidatura diventa un esercizio di stile. Definisci outcome, milestone e KPI, poi verifica che le spese ammissibili siano allineate al tuo piano.


Qui torna utile distinguere bene termini e strumenti: bando, contributo e agevolazione non sono sinonimi e incidono in modo diverso su budget e tempi. Se ti serve un ripasso, leggi la guida sulle differenze tra bandi, contributi e agevolazioni.


Requisiti e readiness: puoi davvero candidarti adesso?


Molte esclusioni nascono da dettagli: requisiti territoriali, dimensione d’impresa, codici ATECO, parametri economico-finanziari, documentazione non allineata. Chiediti se disponi già dei documenti chiave (statuto aggiornato, bilanci, DURC, preventivi, lettere di intenti, CV delle risorse) e se puoi produrli in tempi utili. Verifica anche l’eleggibilità di spese e attività: ciò che non è ammissibile non potrà essere finanziato, neppure in parte.


Una sessione breve di consulenza finanza agevolata aiuta a mappare subito i gap e a scegliere se candidarti adesso o attendere la finestra migliore (come lavoriamo).


Budget, tempi, governance: il progetto sta in piedi?


Ultimo passaggio, spesso trascurato: il progetto è sostenibile nei tempi e nel cash flow? Il cronoprogramma regge, considerando fornitori, acquisti, assunzioni e fasi di test? La governance è chiara (chi fa cosa, con quali responsabilità)? E la rendicontazione è gestibile con le risorse che hai?


Qui conviene essere pragmatici: un piano finanziabile è quello che puoi portare a termine senza forzature, con budget difendibile e tempi realistici. Se qualcosa non torna, meglio ridimensionare o spostare la candidatura, invece di inviare una pratica fragile.


Conclusione


Decidere di partecipare a un bando è una scelta strategica, non un riempitivo di calendario. Cinque risposte chiare su obiettivi, requisiti, documenti, budget e tempi fanno la differenza tra “ci proviamo” e “otteniamo il risultato”.


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